Quella stanza era il suo mondo segreto,un mondo dove lui era dio,dove avea tra le mani il destino di ciò che aveva creato. Questo senso di onnipontenza lo sentiva e lo gustava quando iniziava a dipingere le sue creature,era il momento più sublime,il momento in cui gli balenavano nella mente le immagini di molti possibili finali delle sue storie che avevano il lui l’unico creatore e spettatore. Inizialmente egli creava dei diorama,ma bene presto si stancò,erano statici ed cristalizzavano solo un momento dell’evento da lui creato,perdendo così la dinamicita delle sue storie. Egli era un uomo medio,viveva del suo lavoro,era una persona rispettatta e stimata,ma non era amata,era solo per via del suo carattere polemico e della superficialità delle persone. A volte pensava di essere una persona pericolosa,egli credeva che se avesse vissuto in un’altro ambiente sarebbe diventato uno spietato assassino,in realtà era un uomo buono che se sentiva sfrustato dalla impunità della classe politica e religiosa del suo paese. Era stanco di vedere la corruzione del potente di turno che governava solo per poter diventare ancora più ricco,spesso allendosi con quel potere illegale che aveva il dovere di mettere in galera. Era disgustato dalla ipocrisia della figure religiose che predicavano pace e amore e universale,ma che in reltà discriminavano i divorziati,gli abortisti,gli omesessuali. Spesso tra le loro file nascevano dei carnerfici di bambini e di donne che prontamente venivano nascosti,negando tuttò ciò che era accaduto. La rabbia che fino a quel momento era stata sotto controllo,esplose quando seppe che tutti i criminali che furono liberati da quel politico avevano continuato a fare stragi in mezza la strada,lasciando dietro di se un corteo di lacrime e sangue che le prefiche politiche piangevano come disgrazia fortuita. In lui balenò l’idea che questi corrotti dovevano pagare,sperava in cuor suo che qualche pazzo più coraggioso di lui avrebbe preso le armi e avrebbe fatto strage di quei ignoranti e corrotti che lo governavano. La rabbia aveva preso il sopravvento la logica political correct era andata a puttane ed era morta di sifilide. Decise allora di mettere in scena la loro morte,chiuso in quella stanza decise di creare un teatrino di pupazzi in cui simulava attentanti e colpi di stato,era consapevole che era un finzione, ma questa finzione lo faceva sentire meglio, appagava il suo istinto vendicativo e folle. Nella vita reale non fece mai gesti ecclatanti,ma aiutava chi aveva bisogno,era il suo modo di farsi perdornare di tutti quei brutti pensieri che metteva in scena nel suo teatrino. Un giorno la sua troppa enfasi gli fu fatale, mentre stavo simulando un falso colpo di stato e stava spaccando in due il pupazzo del presidente del consiglio,fu colto in fragrante dai carabinieri che erano stati mandati a causa dei rumori molesti che provenivano dalla sua casa. Egli divenne un caso nazionale, i poltici dell’opposizione strumentalizzarono il suo caso,definendolo come un esempio lampante del malessere dei cittadini della loro nazione,nacque un dibattitto tra coloro che lo volevano condannare per apologia di reato e quelli invece che lo difendevano sostenendo che quello che aveva fatto era stato svolto privatamente,senza coinvolgere nessun’altra persona. Le reti televise fecero a gara per averlo ospite era diventato un fenomeno da baraccone usa e getta,molti ricchi apprezzarono il suo talento artistico decisero di commissionargli delle opere,così egli riprodusse le stragi e gli omicidi degli ultimi ventanni e lu sue opere vennero vendute in tutto il territorio nazionale. Al processo l’Artista delle stragi (era ormai definito così dall’opinione pubblica) fu assolto perchè il fatto non sussisteva. Alla sua morte fu ricordato come un uomo buono la cui coscienza civile aveva smosso l’opinione pubblica, al funerale parteciparono moltissime persone ,la vita spesso era ironica,lui che si considerava un uomo indegno d’amare, per via del suo carattere e del suo modo di porsi aveva avuto una manifestazione così calorosa di affetto soltanto da morto!!!!,se fosse stato vivo avrebbe riso di tutto ciò, e inspirato da questo evento avrebbe realizzato una delle sue opere per cui divenne famoso.
Tratto da: Le favole simposiali dell’erudito ubriacone pag 91 Casa editrice Oban.
Ogni riferimento a personaggi ed eventi è del tutto causale,il racconto è un opera di fantasia che non si attiene alla realtà,l’autore è contrario a qualsiasi forma di violenza ed a qualsiasi pensiero di natura eversiva.